Il monitor Asus PA238Q si rivela una scelta vincente per gli amanti dei videogames e della fotografia

Asus con il PA238Q ha introdotto sul mercato un monitor LCD con caratteristiche e prestazioni superiori alla norma che strizzano l’occhio non solo all’utenza consumer, ma anche all’utenza professionale. Infatti la qualità del pannello è indiscutibile e non può essere paragonata ad un monitor “normale”, nonostante Asus abbia deciso di adottare per questa serie un pannello e-IPS, di natura meno "pregiata" rispetto alla precedente, e sistema di retroilluminazione W-LED (White), riducendo la copertura gamut allo standard sRGB. La precisione del colore è comunque buona, le immagini sono vivaci e naturali.

La qualità delle immagini, dei colori, l’angolo di visualizzazione fanno di questo Asus PA238Q un monitor 23” davvero eccellente che si pone sopra la media. La certificazione Delta E inferiore a 5 ne è una dimostrazione. Rispetto ad un monitor professionale (che costa il doppio) perde qualcosina sui colori che sull’Asus risultano essere un pò tendenti al freddo.

Non si può che elogiare il design di questo Asus PA238Q, che nel corso del 2011 ha vinto il Reddot Design Award e l’International Design Excellence Award. La qualità costruttiva è ottima, le personalizzazioni a livello di posizione ed inclinazione sono buone. Buona anche la posizione delle USB sul lato, che fornisce la possibilità di attaccare in modo semplice e veloce le proprie periferiche.
Le caratteristiche di questo modello di monitor LCD lo pongono ai vertici della categoria. Il Pa238Q può contare inoltre sulle funzioni QuickFit, Picture in Picture, Picture by Picture e la funzione Pivot che ne aumentano la qualità e l’utilizzo in ambito professionale. In ambito consumer perde qualcosina per la mancanza di un lettore di schede incorporato nella cornice. Funzione davvero utile e pratica per gli amanti della fotografia.

Il monitor Asus PA238Q include una ricca connettività tra cui Porta Display, HDMI, DVI, D-sub.
Inoltre è equipaggiato con un card reader 7-in-1 e due porte USB 2.0 per connettere facilmente qualsiasi tipo di periferica. Infine da Asus fanno sapere che il pannello LED tipo Mercury-free è con scheda realizzata con almeno l'80% di materiali riciclati.

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Buffalo DriveStation Velocity 1 Tb: alta velocità di scrittura e lettura dati per un hard disk esterno robusto ed elegante

Gli hard disk esterni sono ottimi per aumentare rapidamente e facilmente lo spazio di archiviazione del computer, e grazie alla loro facile trasportabilità sono ideali per il backup di file e cartelle importanti. Il loro problema più grande era la velocità, ma per fortuna la popolarità della veloce interfaccia USB 3.0 ha contribuito a ridurre il divario tra hard disk interni ed esterni. Il Buffalo DriveStation Velocity è un hard disk esterno da 1 Tb robusto e dal design accattivante con una interfaccia USB 3.0.DriveStation Velocity: in poche parole la soluzione ideale per il trasferimento di file in modo semplice e rapido.

Le prestazioni di velocità straordinarie derivano dall’associazione di un’interfaccia USB 3.0 migliorata, del trasferimento dati TurboPC EX, di un’utilità di copia e di un’unità a 7.200 RPM potenziati di Buffalo. Con l’USB 3.0 è possibile trasferire contenuto digitale a velocità fino a 5Gbps. Se non si è ancora passati all’USB 3.0, nessun problema: DriveStation Velocity è compatibile con l’USB 2.0.
Inoltre, l’hard disk DriveStation Velocity è ottimo per gli utenti che desiderano limitare l'accesso al disco personale su un computer o una rete condivisa. Le opzioni di protezione, potenti e al contempo di utilizzo intuitivo, comprendono la crittografia totale del disco (FDE) AES a 256 bit, un'opzione per la crittografia hardware automatica che protegge i dati garantendo la conservazione delle prestazioni.

Dimensioni e peso dell’hard disk esterno 1 Tb Buffalo DriveStation Velocity:

Larghezza           3,9 cm
Profondità          18,9 cm
Altezza                12,3 cm
Peso                     950 g

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Breve guida alla scelta del Power Bank per il tuo dispositivo

Complici display sempre più grandi e definiti, con colori sempre più sorprendenti, i processori, sempre più potenti e le reti sempre più veloci, e soprattutto, la costante connessione alla rete internet, gli Smartphone e tutti gli altri dispositivi portatili non riescono a stare per molto tempo lontani dalla presa di corrente. I Power Bank sono uno degli strumenti più utili per coloro che, tutto il giorno, sono sempre in movimento, connessi ad Internet e ai social network e non possono avere accesso ad una presa elettrica. Esistono tantissime tipologie di Power Bank, ma non tutti i prodotti sono uguali, dal momento che prima dell’acquisto è necessario analizzare vari parametri, come quello della capacità in mAh, il tempo di ricarica del Power Bank e molto altro ancora.
Per prima cosa, è necessario conoscere le caratteristiche della batteria del proprio dispositivo e del suo caricatore. Queste informazioni si possono trovare sulla batteria (se accessibile, altrimenti sul manuale o fra le specifiche tecniche sul sito del produttore) e sul caricatore. Una volta scoperta la capacità della batteria, per ottenere almeno una singola ricarica completa bisogna acquistare un power bank che abbia almeno la stessa capacità, maggiorata di circa il 30%: questo è dovuto al fatto che le celle di questo genere di batterie sono a 3,7 V, mentre i normali dispositivi richiedono circa 5 V per la ricarica, che poi andranno nuovamente convertiti per le loro batterie. Durante questa “trasformazione”, si perde circa il 30% di energia, a seconda dell’efficienza dei circuiti che effettuano l’operazione. La tensione (voltaggio) in uscita dal power bank dev’essere la stessa, o di poco superiore, a quella del caricabatterie.
A seconda del numero di dispositivi da ricaricare, si può optare per batterie esterne con più uscite. Normalmente queste hanno una capacità maggiore, e porte USB differenti a seconda che si ricarichino smartphone o tablet (amperaggio maggiore per una ricarica più veloce). Per assicurarsi che non succeda nulla ai dispositivi, è bene scegliere un power bank che abbia una protezione contro le sovratensioni. Di solito, sono solo i modelli più costosi ad averla.
Al tempo stesso, un power bank dovrebbe avere un circuito che stacchi la ricarica della sua batteria una volta carica, in modo da evitare danneggiamenti e prolungarne la vita.

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Sfrutta al meglio i dispositivi più avanzati con la Micro SDHC di Classe 10 firmata Intenso

La MicroSDHC da 8 Gb di Intenso mette a disposizione una capacità di memoria potenziata e una funzionalità multidispositivo che consente di concentrarti sui momenti più belli della vita, anziché sulla tecnologia. Questa card compatibile con lo standard UHS-I Classe 1 (U1) e Classe 10 è la soluzione ideale per scattare foto, registrare e riprodurre video in Full HD. E con una velocità di lettura e scrittura pari a 12 MB/s e 20 MB/s, potrai caricare app e video e trasferire file ancora più rapidamente.
Ideale per fotocamere digitali e fotocamere reflex, questa micro Sd da 8 Gb si distingue per prestazioni particolarmente elevate e dunque perfettamente adatte per riprese in serie e video Full HD.
In generale, le micro Sd di classe 10 hanno una velocità di scrittura minima di 10MB/s, possono essere utilizzate per la realizzazione di video in qualità Full HD e per scattare raffiche di foto in alta definizione. Il simbolo che le contraddistingue è un “10” racchiuso in un cerchio.
Con questa micro SD firmata Intenso puoi sfruttare al massimo gli ultimi modelli di smartphone, tablet e videocamere. La memory card funziona perfettamente anche con i dispositivi più avanzati e ti consente di conservare a vita i tuoi ricordi. Infine queste memorie flash sono progettate per resistere ai campi magnetici fino a 15000 gauss, l'equivalente di uno scanner MRI con campo a elevata intensità e ai raggi X, come quelli degli scanner negli aeroporti.
Caratteristiche della MicroSDHC 8 Gb Intenso:

Capacità                              8 gb
Tipo flash card                  microsdhc
Flash memory class        class 10
Velocità di scrittura        12 mb/s
Velocità di lettura           20 mb/s
Larghezza                           1,1 cm
Profondità                         1,5 cm
Altezza                                1 mm

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I vantaggi dei moderni dispositivi di memoria SSD esterni ed interni

Ancora oggi, il tipo di disco più diffuso nei computer di casa è l’HDD (hard disk drive), anche chiamato disco fisso, disco rigido o, semplicemente, hard disk interno. L’HDD interno è un componente per pc presente di default nella maggior parte dei computer sia portatili che fissi, ed è composto da un piatto con rivestimento magnetico che gira mentre la testina legge e scrive i dati. Da qualche anno però l’evoluzione tecnologica sta però portando alla rapida diffusione di un altro tipo di disco rigido da usare internamente (o anche come disco esterno). Questo nuovo disco, molto più veloce degli hard disk interni tradizionali, è chiamato SSD (Solid State Drive) – anche definito comunemente come unità a stato solido o drive a stato solido.

Invece dello standard USB gli SSD esterni o interni utilizzano il più veloce SATA (arrivato alla versione 3 da 6 Gbps) compatibile con qualsiasi scheda madre recente; il resto delle performance si ottengono con l’inserimento di un controller adeguato alle prestazioni del disco (ben differente da un controller NAND su chiavetta USB) e vari livelli di RAM integrata usata come buffer. Con un SSD si annulla di fatto qualsiasi ritardo dovuto al movimento di parti meccaniche (rotazione del piatto o spostamento della testina) e non soffre ovviamente di rotture dovute al malfunzionamento o alla progressiva usura di tali componenti.

Grazie a questa tecnologia sono stati eliminati in un colpo tutti i difetti tipici degli HDD: La testina magnetica che fa avanti e indietro per tutto il disco, rallentando inevitabilmente il processo di salvataggio; sensibilità ad urti, temperature estreme e campi magnetici esterni (un SSD è immune o comunque molto più resistente a tali condizioni); ticchettii, rumori strani e qualsiasi altro suono proveniente di solito da un HDD (un SSD esterno o interno è silenzioso, non emette nessun suono); necessità di posizionare il disco su una struttura rigida e stabile (un SSD puoi anche metterlo penzolante nel case o in posizioni “strane” senza perdere mai efficacia); Grandezza e peso del disco adeguata al numero di piatti (un SSD è grande pressapoco quanto una mano di dimensioni medie e pesa pochi grammi); minore sensibilità a brusche interruzioni di corrente o sbalzi di tensione (il salvataggio dei dati è più rapido, difficile perdere un dato).

E sul versante delle velocità basti dire che il tempo di accesso al disco su di un SSD è ben 50 volte inferiore che su di un disco rigido magnetico, permettendo così ad esempio l’avvio del sistema operativo in meno di 10 secondi, contro il “tradizionale” minuto dell’hard disk classico. In termini di velocità di trasferimento gli hard disk meccanici permettono di spostare dati con velocità direttamente dipendente dal tipo di collegamento con cui si interfacciano al PC, parliamo tendenzialmente di 400 MB/s, più tempi di latenza dovuti agli spostamenti fisici del sistema meccanico, mentre gli SSD non solo permettono di superare i 500 MB/s, ma anche di avere latenza praticamente nulla. Contemporaneamente però va detto che le memorie SSD non hanno vita infinita, ma anzi c’è un limite teorico al numero di volte che possono venir scritte, inoltre il loro costo per gigabyte è decisamente maggiore dei dischi magnetici.

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Alcune soluzioni per recuperare i dati da un hard disk interno malfunzionante

La necessità di recuperare dati da un vecchio hard disk interno, appartenente ad esempio da un PC che non si avvia più è un'esigenza piuttosto comune.
Quando un computer non si accende regolarmente, nella maggior parte dei casi il problema dipende da un malfunzionamento a livello hardware. Se, all'accensione del PC, nel caso degli hard disk interni di tipo tradizionale si sentono ruotare i piatti ma sullo schermo non appare nulla e non viene visualizzato alcun messaggio d'errore, è altamente probabile che la prima indiziata sia la scheda madre.
Premesso che l'utilizzo di una efficace politica di backup è il modo migliore per trarsi d'impaccio anche nel caso di problemi derivanti da hardware danneggiatosi, come fare per recuperare i dati dall'hard disk interno di un vecchio PC o comunque di un computer che non si accende più? Esistono diversi metodi da utilizzare per recuperare i dati momentaneamente persi: attraverso una distribuzione Linux eseguita in live session, collegando l'hard disk ad un altro pc mediante cavo SATA, trasformare la porta SATA in USB mediante un adattatore.
Il primo metodo è da utilizzare se si è in possesso di un solo pc. È sufficiente scaricare l'immagine live dal sito, copiarlo su un cd e riavviarlo, avviando il supporto disco come primo BOOT. Nello specifico, basta premere uno dei tasti che va da F2 a F10 (a seconda del produttore, il tasto da pigiare cambia) e selezionare il nome della periferica CD/DVD. A questo punto si avvierà il sistema operativo direttamente dal disco, non si installerà, ma si limiterà a girare virtualmente sulla memoria RAM. Solo a questo punto sarà possibile aprire da una cartella qualsiasi il percorso /media/[nome del dispositivo]. In questo modo si ha libero accesso al contenuto dell'HD interno. E basta solo copiare ciò di cui si ha bisogno ed incollarlo in un dispositivo USB di archiviazione.
Il secondo metodo è tanto efficace quanto semplice da applicare. Bisogna semplicemente collegare l'hard disk interno ad un altro pc tramite attacco SATA (senza sostituire il precedente), entrare nella modalità BIOS premendo all'accensione un tasto tra F2, Canc o Esc ed impostarlo, dal menù BOOT, come hard disk "slave" o comunque in una posizione inferiore rispetto all'hard disk solitamente utilizzato. Una volta riavviato il sistema, sarà sufficiente recarsi su "Computer" (se si ha una versione di Windows posteriore a Vista), "Risorse del computer" (se si possiede una versione Windows antecedente a Vista), entrare e salvare i file necessari.
L’ultima strada è da percorrere se non si ha a disposizione un altro pc fisso, ma un laptop. Basta semplicemente utilizzare un connettore SATA-USB, che permette di collegare l’HDD interno ad un portatile (ma anche ad un fisso), mediante una semplicissima presa USB. Il procedimento da compiere è il medesimo, ovvero andare su "Computer" o "Risorse del computer" a seconda della versione Windows di cui si è in possesso, entrare e salvare i file necessari.
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Da TransFlash a MicroSD, come si sono evolute negli anni queste popolari memorie flash

TransFlash è l'antico nome di quella che attualmente viene chiamata una scheda microSD: la più piccola forma di memoria flash disponibile per i consumatori. Anche se TransFlash è un nome obsoleto, le vecchie schede TransFlash sono ancora compatibili con gli slot microSD, visto che le card sono identiche.

Le memorie TransFlash, originariamente chiamate T-Flash quando furono introdotte all'inizio del 2004, sono state progettate per l'uso in telefoni cellulari e dispositivi. Queste schede di memoria venivano realizzate con una capacità da 32 a 128 MB, in contrasto agli attuali standard fino a 4 GB per quanto riguarda le microSD

L’odierna MicroSD è una memoria flash esterna basata sulla tecnologia T-Flash ( Trans Flash ). Questa tipologia di scheda di memoria è caratterizzata da dimensioni molto più contenute rispetto alle tradizionali schede di memoria MiniSD ( Secure Digital ). Una scheda Micro SD è lunga 15 millimetri e larga 11 millimetri con uno spessore di circa 1 millimetro. Il peso è contenuto a circa mezzo grammo ( 0,4 grammi ). Le Micro SD sono nate soprattutto per soddisfare le esigenze di spazio hardware dei dispositivi portatili e degli smartphone, in particolar modo come soluzione di memoria aggiunta per i cellulari di nuove generazioni. Come qualsiasi altro supporto di memoria esterna anche sulle MicroSD possono essere registrate files, immagini e video digitali. Le MicroSd hanno capacità di memoria variabili da pochi Mega Byte (MB) a molti Giga Byte (GB). A seconda della classe possono avere diverse velocità di scrittura, dai 2 MB/s della classe 2 ai 10 MB/s della classe 10. Esistono diverse tipologie di schede di memoria MicroSD. MicroSD Standard. E' una MicroSD normale con capacità massima di 2 GB. E' anche conosciuta con la sigla SDSC ( Secure Digital Standard Capacity). Micro SDHC. E' la soluzione avanzata con capacità di memorizzazione fino a 32 GB. La sigla SDHC significa Secure Digital High Capacity. Micro SDCX. E' la scheda micro SD a maggiore capacità di registrazione dei dati, può arrivare fino a 2 TB. La sigla SDCH significa Secure Digital eXtendend Capacity. Le prime MicroSD sono state progettate dall'azienda SanDisk. Come già detto, inizialmente si chiamavano T-Flash.

Nel 2005 venne adottato lo standard MicroSD a supporto dei principali produttori di cellulari e smartphone come HTC, LG, Motorola, Nokia, Sagem, Samsung e Sony Ericsson. Oggi sono diffuse come espansione di memoria su quasi tutti gli smartphone, grazie alle loro dimensioni più contenute rispetto alle tradizionali memorie MiniSD, e anche su diverse fotocamere digitali e micro fotocamere.

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L’architettura delle memorie flash e la loro applicazione negli odierni dispositivi

Le memorie flash rientrano nella categoria delle memorie non volatili. Una memoria a semiconduttore è NON VOLATILE quando mantiene i dati memorizzati anche in mancanza di tensione di alimentazione. Nel tempo sono stati sviluppati diversi tipi di memorie non volatili. Tutte sono caratterizzate dal fatto che il numero di programmazioni possibili è limitato mentre il numero di letture è illimitato. La più comune Flash memory conosciuta è il BIOS dei nostri computer. Da qualche tempo però stanno facendosi avanti altri tipi di Flash memory usate soprattutto nelle fotocamere digitali (le SmartMedia e le CompactFlash) e nelle console (le Memory stick della Playstation sono forse le più famose e commercializzate del mondo).
Ci sono molti buoni motivi per usare le memorie flash: sono ad accesso veloce, sono piccole, sono leggere, non hanno parti meccaniche, sono silenziose. C'è invece solo una ragione per cui non usarle: il motivo principale è che il costo per Megabyte per un hard disk è di gran lunga più basso a parità di capacità. Basti pensare che un hard disk da 40 GigaBytes si trova a meno di 200 Euro, mentre con lo stesso prezzo si può acquistare un CompactFlash di appena 190 MegaBytes.
Le Compact Flash furono introdotte per la prima volta dalla Sandisk nel 1994. Sono formate da un piccola scheda con una Flash memory ed un chip controller. Una Compact Flash misura circa 43 millimetri in larghezza per 36 millimetri di lunghezza. L'altezza varia da 3.3 millimetri per le CF Type I, a 5.5 millimetri per le CF Type II.
Le CompactFlash supportano il doppio voltaggio (possono operare quindi a 3.3 o 5 volts) ed hanno una capienza di memoria che va dagli 8 ai 192 Megabytes. Il controller di cui dispongono è particolarmente utile quando vengono montate su apparecchiature con processori lenti. Vista la loro versatilitià è facile trovarle in una varietà infinita di apparecchiature elettroniche. E' possibile acquistare addirittura degli adattatori per poterle usare sui propri PC.

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Leggero e a prova di cadute il nuovo hard disk esterno StoreJet di Trascend

L'hard disk esterno StoreJet 1 Tb di Trascend unisce le superiori prestazioni dell'USB 3.0, l'ampio spazio storage, l'attraente rivestimento e un sistema di protezione anti-shock a tre fasi che soddisfa gli standard dei drop-test militari U.S. L'hard disk portatile USB 3.0 modello StoreJet 25M3 è equipaggiato con l'interfaccia di nuova generazione SuperSpeed USB 3.0, che offre una velocità di trasferimento almeno 3 volte più veloce rispetto ai modelli USB 2.0. Grazie ad una maggiore larghezza di banda, lo StoreJet 25M3 rende il file sharing più facile e veloce che mai, con velocità di trasferimento reale fino a 90MB/s. Compatto, resistente e affidabile, questo hard disk esterno da 1 Tb è schermato da un avanzato sistema di protezione dagli urti a tre stadi per sopportare anche l'ambiente di utilizzo più avverso. Il guscio esterno è realizzato in materiale siliconico antiscivolo, rinforzato da un involucro rigido ed è dotato di una sospensione rigida interna anti vibrazione del disco e tutti questi strati sono progettati per ridurre le forze d'impatto e per fornire il massimo assorbimento degli urti.
Una diretta conseguenza della protezione dalle cadute dello StoreJet 25M3 è il suo peso: l’hard disk in oggetto è il più pesante della gamma di rivali, ma pensiamo che la sua robustezza contrasti i grammi in più.
Come la maggior parte degli HD esterni portatili, anche questo è alimentato via bus, utilizzando lo stesso cavo USB sia per il trasferimento dei dati che per l’alimentazione. Il dispositivo ha inoltre un indicatore di stato a led per indicare quando è in corso un trasferimento dei dati. Tuttavia questo hard disk si differenzia un minimo dagli altri per il fatto che il led si illumina di due colori differenti: blu per l’interfaccia USB 3.0, rosso per quella 2.0.
L’hard disk esterno viene distribuito con il software di backup e sicurezza StoreJet Elite. Una volta installato, il programma ti permette di customizzare il backup dei dati sul dispositivo. Per esempio puoi settare le preferenze per programmare un backup incrementale di certe cartelle sul tuo computer o comprimere file più grossi sul drive. Il software non è tanto flessibile e personalizzabile quanto altri visti su prodotti comparabili, ma rimane comunque utile per efficaci e semplici backup.
L’hd Trascend ha comunque una funzionalità plug and play, permettendoti di collegare semplicemente il dispositivo e trasferire e gestire i dati senza necessità di installare il programma incluso.
Il software ha anche una funzionalità di criptaggio: mentre una forma di criptaggio sull’hard disk portatile è meglio di niente, quello basato su software è tipicamente meno sicuro di quello che fa affidamento sull’hardware.

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